ESCLUSIVA RAZZISMO STADI GAVILLUCCI – Era il 13 maggio del 2018 quando l’arbitro Claudio Gavillucci fece ciò che viene richiesto ad un arbitro: applicare il regolamento. Sì, perché il Regolamento del Giuoco del Calcio parla chiaro quando si riferisce ad episodi razzisti o discriminatori all’interno degli stadi. L’arbitro, su segnalazione del Responsabile dell’Ordine Pubblico o, in sua assenza, del Delegato di Lega (quando mancano entrambi, il potere decisionale è direttamente del Direttore di Gara) ha il potere di non far iniziare o di sospendere una partita quando dagli spalti partono quei cori che rappresentano una vera vergogna per la collettività.
Gavillucci sospese Sampdoria-Napoli perché dagli spalti del “Ferraris” alcuni esagitati non smettevano di intonare cori discriminatori nei confronti di Napoli e dei napoletani. Un gesto forte, che fece scalpore e che raccolse l’approvazione di quanti avevano ben compreso che per la lotta al razzismo non bastano gli slogan ma occorrono decisioni drastiche come, appunto, sospendere una partita.
ESCLUSIVA RAZZISMO STADI GAVILLUCCI
Europa Calcio ha incontrato Claudio Gavillucci per un sereno e costruttivo confronto sul tema.
Sig. Gavillucci, a distanza di 5 anni da quel Sampdoria-Napoli, la lotta al razzismo negli stadi italiani ha fatto passi in avanti o, clamorosamente, indietro?
“Purtroppo il fatto che ci troviamo a distanza di 5 anni a dover commentare ancora questi eventi certifica che non è stato fatto nessun passo in avanti. Le regole e le conseguenti sanzioni che ci sono, evidentemente, non sono sufficienti ad allontanare questi delinquenti dagli stadi e credo che la riflessione più grande vada fatta proprio in questo senso”.
Il Regolamento stabilisce che gli arbitri, su segnalazione del Responsabile dell’Ordine Pubblico o del Delegato di Lega, hanno il potere di non far iniziare o di sospendere le partite in caso di cori razzisti/discriminatori. Perché questa norma non viene mai applicata?
“Dopo la mia sospensione, che per l’epoca fu clamorosa, qualcosa è cambiato. C’è stata una maggiore responsabilità sull’operato dell’arbitro che durante queste ultime 5 stagioni in alcune sporadiche occasioni ha temporaneamente sospeso. Ma come dicevo prima questo cancro va combattuto tutti insieme, arbitri, giocatori, società, istituzioni e quella parte maggioritaria di tifosi veri. Solo così si può sconfiggere”.
ESCLUSIVA RAZZISMO STADI GAVILLUCCI
L’Amministratore Delegato dell’Inter, Beppe Marotta, pare voglia proporre alla Figc l’introduzione di un Var per il razzismo. L’idea è semplice: gli ispettori Figc possono segnalare direttamente all’arbitro eventuali episodi razzisti e starà al direttore di gara decidere se sospendere la partita. Condividi questo approccio?
“Oggi la tecnologia in generale permette di fare molte cose. Onestamente, qualunque sia la proposta spero che non sia solamente l’ennesima trovata fatta sulle ali dell’emotività del momento e che tramonti appena i riflettori si saranno spenti sull’episodio. Ritengo basti la volontà ferma di tutte le società di combattere quello che deve essere percepito come un problema serio, perché loro conoscono benissimo i propri tifosi e possono impedirgli di frequentare lo stadio se si dovessero commettere di certi crimini”.
Dopo quel Sampdoria-Napoli, la tua vita professionale è decisamente cambiata ma oggi sei in prima linea sempre per la lotta ad ogni forma di discriminazione.
“Devo dire che se da una parte quell’episodio probabilmente mi ha tolto quello che in quel momento era una delle cose più belle che avevo, dall’altra mi ha permesso di essere diventato un simbolo nel calcio per la lotta al razzismo. Su quella spinta ho realizzato con altri amici un progetto che ha come scopo quello di diffondere la cultura dell’inclusione e dello scambio culturale tra diversi popoli, culture e razze. Per questo oggi sono l’Operation Director di “Referee Abroad”: si tratta di un’Associazione che organizza Erasmus arbitrali in tutto il modo all’interno di circuiti di tornei giovanili internazionali”.
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