[df-subtitle]Prandelli: “L’Italia? E’ sempre complicato quando le nostre grandi squadre non hanno tanti italiani titolari…”[/df-subtitle]
Grande ospite della trasmissione “Terzo Tempo“, organizzato da “Europa Calcio“, Cesare Prandelli – al momento senza squadra ma tecnico dal curriculum invidiabile -, ha parlato a 360^, dalle partite di Inter e Napoli impegnate in Champions fino al momento generale che sta vivendo il calcio italiano.
Così l’ex allenatore di Fiorentina e Nazionale: “Domani assisteremo a due partite straordinarie, meravigliose. Il calcio italiano ha bisogno di rivivere momenti importanti. Il Napoli si gioca la qualificazione e qualcos’altro, mentre l’Inter ha trovato una consapevolezza importante che prima non aveva. Le squadre nostrane stanno finalmente dimostrando di essere all’altezza di questa competizione europea“.
Sul Napoli: “Ancelotti ha creduto nel turnover, cosa che può costituire un problema non da poco per diversi allenatori. In questo modo tutti si sentono coinvolti e quelli che giocano di più possono ogni tanto rifiatare. Sarà una partita da seguire con grande interesse, non solo emotivo ma anche per capire come il Napoli potrà contrastare le ripartenze del PSG. Insigne? L’ho portato al Mondiale e ho sempre creduto nelle sue qualità, non solo tecniche ma anche per quanto riguarda la continuità di pensiero e le intuizioni. Ora si sta completando ancora di più“.
Sull’Inter: “L’anno scorso ha centrato l’obiettivo, ora mira a confermarsi e migliorare. Ha esterni molto interessanti, e Spalletti è bravo a trovare equilibri, molti giocatori sono migliorati nei ruoli. Io sono convinto che possa fare una stagione importante. Parlare di scudetto è prematuro, perché può vincerlo o perderlo solo la Juve“.
Sull’esonero di Andreazzoli dall’Empoli, avvenuto poche ore fa: “Sbagliato esonerarlo? Quando si inizia questo lavoro c’è passione e coinvolgimento, vorresti realizzare qualsiasi sogno, poi ti confronti con la realtà e sei sempre legato ai risultati. Questo lavoro è basato sulla legge dei grandi numeri, tutti gli allenatori sanno che possono essere esonerati da un giorno all’altro, sanno che hanno sempre la valigia sulla porta“.
Sulla Fiorentina, squadra da lui allenata per cinque anni: “Decisione saggia quella di puntare sui giovani, Firenze può essere un esempio per tanti altri club, ha preso giocatori con prospettive importanti. Non bisogna alzare sempre l’asticella altrimenti diventa complicato far crescere la squadra. Ma credo che il club abbia adottato un’idea vincente“.
Sul VAR: “Innovazione molto interessante, è uno strumento democratico perché anche le piccole posso andare a giocare sui grandi stadi senza sudditanza psicologica. Chiaro che va migliorato e spiegato, ma è una grande innovazione dalla quale non si potrà più tornare indietro. Inoltre dà maggiori responsabilità all’arbitro e non ci sono più reazioni di violenza ma suspance in grado di stemperare anche le tensioni sugli spalti“.
Sulla Nazionale: “E’ sempre complicato quando le nostre grandi squadre non hanno tanti italiani che giocano titolari. Nell’ultima gara Mancini ha avuto una bella intuizione di far giocare determinati calciatori. Per quanto riguarda i settori giovanili, bisognerebbe forse lavorare più sulla tecnica e meno sulla tattica. E’ in ogni caso un compito particolarmente impegnativo“.
Su Brocchi, nuovo allenatore del Monza: “L’ho sempre stimato non solo le qualità tecniche ma anche per quelle umane. E’ la persona giusta per il Monza perché è umile e ambizioso, si dà sempre da fare. E ha questa grande capacità di gestire le persone. Gli auguro solo grandi successi“.
Infine sul suo futuro: “Ho voglia di tornare, ma allo stesso tempo non ho l’ansia di propormi“.
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