Un FOCUS su Berardi, esterno che più volte ha sfiorato le grandi ma che ha sempre agito per il bene di una piccola provincia come Sassuolo

Non tutti gli eroi indossano un mantello”. Alcuni, una maglietta neroverde, un paio di scarpe con i tacchetti, un numero 10 sulle spalle e una fascia da capitano al braccio sinistro. Nel caso della piccola Sassuolo, paese di quarantamila abitanti in provincia di Modena, l’eroe calcistico è raffigurato nelle sembianze di Domenico Berardi. Una provincia, quella sassolese, divenuta, tuttavia, una grande realtà nell’ultima decade, complice anche una stagione vissuta al cospetto di una competizione europea quale l’Europa League.

Uno dei primi grandi traguardi raggiunti dal Sassuolo e dal proprio leader tecnico e carismatico, riguarda proprio l’esser riusciti a piantare un’ideale bandierina neroverde in diverse zone d’Europa, nella stagione 2016/2017. Complici i 61 punti totalizzati nella stagione precedente con Di Francesco in panchina, nonché la sconfitta del Milan nella finale di Coppa Italia contro la Juventus, la “piccola” Sassuolo è riuscita nell’impresa di qualificarsi alla seconda competizione più importante a livello continentale.

Ovviamente, fautore di quel risultato storico non può che risultare Berardi, pedina fondamentale di qualsiasi scacchiere e in qualunque progetto tecnico susseguitosi nel corso delle stagioni trascorse in neroverde. Quello tra Sassuolo e il proprio numero 10 è un amore quasi viscerale, nato quasi per caso e consolidatosi nel tempo. Le qualità da predestinato del nativo di Cariati vennero infatti notate nel corso di un torneo estivo non professionistico in un campetto nei pressi del centro di Sassuolo. Un avvenimento che ha segnato profondamente la carriera di Berardi in neroverde.

Domenico Berardi, il Giustiziere di provincia: FOCUS

Dopo l’esordio in Serie B nella stagione 2011/2012, condita da 11 reti, l’approdo in Serie A è coinciso con la definitiva consacrazione di Berardi nel calcio nostrano. Ed è da quell’esatto momento che ha vestito i panni del Giustiziere con licenza di colpire, soprattutto, le grandi del nostro calcio. Su tutte, il Milan, avversario prediletto sul tragitto del trequartista, con (l’allora) numero 25 mattatore nella nebbia e del 4-3 che ha segnato il capolinea del percorso di Max Allegri sulla panchina rossonera. Il 12 gennaio 2014, infatti, un poker di Berardi giustiziò il Diavolo, una delle vittime preferite dell’esterno. Sono ben 11 le reti rifilate al Milan in 19 partite totali disputate contro i rossoneri, da quel momento.

Domenico Berardi, il Giustiziere di provincia: FOCUS

Non è da meno l’Inter, punita 8 volte in 16 partite, l’ultima delle quali nell’ultimo turno con la specialità della casa, il mancino da fuori area, che rendono Berardi giocatore in attività più prolifico in assoluto contro i nerazzurri. Rapporto più controverso quello con la Juventus, giustiziata alla quinta giornata e sfiorata più volte nel corso della carriera, ma mai raggiunta. Così come quello con la Nazionale maggiore, con la quale ha conquistato l’Europeo due anni fa ma, suo malgrado, un incredibile errore a porta spalancata ha contribuito ad escludere gli azzurri dalla spedizione in Qatar.

Ad onor del vero, poi, dal punto di vista del mercato, l’eroe di provincia ha lambito i confini della capitale in estate ma, la valutazione apposta dal Sassuolo sul suo cartellino, circa 30 milioni di euro, ha fatto fuggire la Lazio di Claudio Lotito, il quale era pronto a regalare a Sarri un esterno in cerca di ulteriori sfide in carriera. Quella in provincia, nel frattempo, che l’ha condotto a divenire un vero e proprio Giustiziere in una piccola cittadina italiana, è pronta a proseguire con 141 reti in più di 300 partite, le quali rendono Berardi recordman assoluto del club.

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