In diretta a “Taca La Marca”, programma in onda su Radio Musica Television, è intervenuto Diego Fuser; ex centrocampista di Torino, Lazio e Parma tra le tante. Diego Fuser si è soffermato sullo stato di crisi del calcio e su tanti altri temi.
Ecco cosa è emerso.
La ripresa: “La vita umana deve essere messa davanti a tutto. Se non c’è la possibilità di riprendere in sicurezza opterei per lo stop. È una situazione dura per tutti, ma non si può scherzare con la salute”.
Decurtazioni: “Bisogna mettersi anche nei panni dei presidenti che si trovano ad affrontare situazioni economiche difficili. E’ necessario stringere i denti e venirsi incontro”.
Esperienza Torino: “Ho esordito in Serie A nel derby, è un ricordo incancellabile; entrai in campo al posto di Leo Junior, partecipai insieme a Lentini alla rete del pari di Cravero. Giocare per il Torino era un sogno, visto che la considero una squadra fantastica”.
La Lazio dei giorni nostri: “Negli ultimi anni la squadra ha sempre fatto bene e non penso sia un qualcosa di passeggero. In questa stagione i biancocelesti possono giocarsi le loro chances per lo scudetto sino alla fine; e porre fine all’egemonia della Juventus”.
Fiorentina: “Al Milan c’erano tanti fenomeni e giocavo molto poco; pertanto ho preferito cambiare piazza per dimostrare il mio valore. A Firenze sono stato molto bene e ricordo quel gol su punizione siglato contro la Juventus. Fu una stagione bellissima coronata dalla convocazione in nazionale”.
Derby: “Tra le tante stracittadine giocate scelgo il derby di Roma – rivela Diego Fuser – che viene percepito dalle tifoserie già un mese prima della data fissata per l’incontro. Di derby della Capitale ne ho giocati molti e sono sempre stato sfortunato, ho colpito tanti pali; ricordo un tiro da lontanissimo che si stampò sulla traversa colpendo la linea di porta.”
Parma: “Andare via dalla Lazio in quel periodo è stato un pò strano; ma al Parma c’era una squadra fantastica e il segreto di quella compagine era che se non ci fosse stato un allenatore, avremmo vinto lo stesso”.
Malesani: “Lo reputo uno dei più bravi in assoluto ed era molto preparato su tutto.”
Zeman: “Con lui ho avuto un rapporto bellissimo; ho avuto la possibilità di imparare un nuovo ruolo e alla fine sono riuscito a ricoprirlo molto bene. È sempre stata una persona molto schietta, un vero personaggio. Ricordo che in un giorno di pioggia durante un allenamento un tifoso mi regalò un cappellino a forma di ombrello che si mise in testa facendoci ridere tutti”.
La scelta Roma: “Mi chiamò Capello chiedendomi di alternarmi con Cafù, visto che la Roma era impegnata anche in Champions League. Per i tifosi della Lazio non dovevo farlo; ma è un lavoro e va rispettata la professionalità”.
Somiglianze: “Il giocatore che mi assomigliava di più era Candreva ai tempi della Lazio. Grande gamba e capacità di tirare dalla distanza”.
Rivoluzionario: “L’allenatore che ha rivoluzionato il calcio e mi ha insegnato tanto è stato Sacchi. Provenendo dal Torino ero un pò impreparato sul piano tattico; andando avanti nella mia carriera mi sono sempre ritrovato con i suoi grandi insegnamenti.”
Euro ’96: “Ad Euro ’96 non ha funzionato il rigore di Zola e l’errore davanti alla porta di Casiraghi. Nel calcio c’è bisogno anche di fortuna, avevamo fatto molto bene. A mio avviso quella fu una nazionale molto sfortunata, magari a quest’ora staremo parlando di altro; ma con i se e con i ma non si va da nessuna parte”.