De Ketelaere: il mancato saluto ai tifosi al termine di Milan-Monza di sabato ha destato parecchie polemiche tra tifosi e addetti ai lavori

Minuto 94 di Milan-Monza dell’ultimo turno di Serie A: a pochi istanti dal termine del match, Charles De Ketelaere ha la palla giusta per redimere un inizio di stagione con molte ombre e pochissime luci. Il talento belga proveniente da Bruges, lascia scorrere in maniera clamorosa un invitante assist di Messias, evitando letteralmente di colpire quel pallone che si sarebbe potuto trasformare in una sorta di manna dal cielo.
Unica nota stonatissima di una serata pressoché perfetta per il Milan, con la melodia recitata dalla banda di Stefano Pioli coincisa con la quarta vittoria consecutiva in Campionato, che proietta il Diavolo al secondo posto solitario in classifica. De Ketelaere, subentrato a freddo all’infortunato Brahim Diaz al minuto otto della seconda frazione di gioco, scende in campo con la doppia pressione di dover sostituire colui il quale veniva considerato il suo sostituto nelle gerarchie del Mister rossonero, con lo spagnolo autore di una splendida doppietta ed una prestazione d’altissimo livello.
Attenuante non di poco conto per il classe 2001, costretto oltretutto ai box fino a poche ore dal match in seguito al problema fisico riscontrato prima della gara d’andata disputata dal Milan a Londra, contro il Chelsea. Sono state diverse le reazioni che ha suscitato quell’occasione fallita sotto porta in cui, solitamente, un calciatore del suo talento in condizioni psicofisiche normali, avrebbe quantomeno colpito il pallone con convinzione e la cattiveria giusta per spaccare, come si suol dire, la porta difesa da Di Gregorio.

De Ketelaere, “la paura fa novanta”, come il  numero di maglia

Il numero 90 belga, probabilmente, ha vissuto quel momento col terrore di scaraventare quel pallone in curva, raccogliendo i primi mugugni di una platea esigente come quella della Scala del Calcio la quale, tuttavia, non ha mai lesinato ovazioni al trequartista nonostante un inizio di avventura tutt’altro che semplice in maglia rossonera.
Deluso e interdetto per un’occasione così nitida per cominciare a spazzar via qualche nube circa la bontà del suo acquisto dai cieli di Milanello, De Ketelaere ha immediatamente abbandonato il terreno di gioco al triplice fischio dell’arbitro, evitando di presentarsi al cospetto della Sud insieme ai compagni per il canonico saluto di fine match. Un gesto che ha destato qualche polemica tra gli stessi tifosi rossoneri, che imputano una mancanza di rispetto del belga nei loro confronti.
Difficile biasimare in toto il calciatore, tuttavia, considerando il momento vissuto a caldo e l’insoddisfazione per un inizio di stagione ben al di sotto delle proprie possibilità, con l’ulteriore pressione sulle spalle di dover dimostrare di valere praticamente l’intero budget a disposizione della dirigenza rossonera per il mercato estivo, con Maldini e Massara che hanno puntato tutte le fiches sul numero 90. Un atteggiamento remissivo quello mostrato dal trequartista in quella precisa occasione da gol dettato dal timore. Lo stesso, probabilmente, che gli ha impedito di presentarsi esultante, come
se nulla fosse, al fianco dei compagni al termine del match.
Attenuanti, però, che potrebbero trasformarsi in semplici e banali giustificazioni nel caso in cui, le doti tecniche intraviste nel trequartista belga, non venissero coadiuvate da una forza mentale utile per sopperire a momenti negativi come questo. Il giudizio del campo emette sempre i propri verdetti, in un senso e nell’altro.

De Ketelaere: il tempo della propria parte

Da questo punto di vista, oltremodo, il belga dovrà aver il tempo dalla propria parte di sbagliare per poter inserirsi definitivamente in un sistema così collaudato come quello rossonero, esattamente come successo a pedine ormai divenute imprescindibili nello scacchiere di Pioli, come Leao e Sandro Tonali. Dopotutto, l’operato della società basato sull’acquisto di giovani scommesse, comporta anche la prerogativa assoluta di attendere che essi si esprimano al meglio, concedendo loro il tempo utile per potersi integrare alla perfezione nel progetto tecnico.

De Ketelaere: una reazione comprensibile, ma è tempo di svoltare

La reazione istintiva del numero 90, al contrario di quanto sostenuto dai detrattori, potrebbe essere altresì riconducibile al non sentirsi pienamente parte integrante del progetto tecnico in quest’avvio, figurarsi dei festeggiamenti: una sorta di punizione inflitta a se stesso dettata dal troppo orgoglio e dalla voglia di sfogare, in qualche modo, la frustrazione per le proprie prestazioni.
Catapultato in una realtà totalmente differente da quella vissuta a Bruges, nonostante l’esperienza formativa accumulata anche in campo europeo, il trequartista dovrà tentare di spazzare via le prime nubi sul suo oneroso acquisto. Coadiuvato dal compattissimo gruppo rossonero, poi, dovrà scrollarsi di dosso paure e responsabilità per riuscire in ciò che gli riesce meglio e più semplice: giocare a calcio.

 

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