Cristiano Ronaldo al Napoli continua ad essere una piacevole suggestione. La piazza napoletana reclama a gran voce, ormai da tempo, l’arrivo di un grande nome; bene (anche se giunta con grave ritardo) la rivoluzione che ha portato all’addio della vecchia guardia con l’acquisto di calciatori più giovani ma di valore e di sicura prospettiva.
Ma un gruppo così ben costruito da un direttore sportivo preparato come Cristiano Giuntoli necessita di una guida all’interno dello spogliatoio che rappresenti un punto di riferimento per tutti i calciatori.
Keylor Navas e Cristiano Ronaldo rappresenterebbero ciò che nel tempo è mancato al Napoli: leadership. Ma anche carisma, autorità, esperienza.
Nello specifico, Cristiano Ronaldo ha vinto da solo un numero di competizioni che difficilmente il Napoli riuscirà ad eguagliare nei secoli (naturalmente ci auguriamo di essere smentiti).
Definirlo “primadonna” è corretto, ma non è necessariamente un male. Una primadonna può scontrarsi con altre primedonne. Ed è successo in passato. Se consideriamo il valore delle squadre in cui ha militato, molti dei suoi ex compagni di squadra potevano definirsi tali. Ma nel Napoli no.
Cristiano Ronaldo al Napoli, tra “fantasie erotiche” e “luci rosse”
Perdonate la franchezza, ma qualsiasi calciatore che veste o che ha vestito la maglia azzurra dal 1991 può, al massimo, chiedere a Cristiano Ronaldo un autografo per sé stesso o per i familiari. Ma nessuno potrebbe permettersi il lusso di sfidarlo a troneggiare. Sarebbe accolto nello spogliatoio come si conviene ad un campione vero, uno dal quale devi prendere appunti ogni giorno al termine degli allenamenti.
Anche l’età di Cristiano, per Napoli, è un finto problema. Non è giovane, è ovvio, ma chi crede che il Napoli possa acquistare un profilo come il suo quando è nel pieno della carriera è decontestualizzato dal contesto economico (nazionale e locale) e da ciò che rappresenta oggi la Serie A a livello globale.
A CR7, cosa più importante, non sarebbe richiesto di sgroppare sulla fascia o di marcare a uomo il centrale avversario che imposta ma di spostare gli equilibri, cosa che in carriera ha sempre fatto.
Altro aspetto. La differenza con l’arrivo nel 1984 di Diego Armando Maradona è sostanziale. Diego giunse a Napoli dopo un bruttissimo infortunio ma nel pieno fulgore. L’arrivo di Cristiano sarebbe invece una ciliegia dorata sulla torta gourmet ricamata da Giuntoli.
Contrariamente ad altre trattative di mercato, il Napoli non ha mai spento o smentito le voci di uno scenario definito “a luci rosse” da chi è dentro le trattative. Ecco perché, negli ultimi giorni, le stesse persone hanno parlato di “fantasie erotiche”. CR7 al Napoli è un porno calcistico.