[df-subtitle]Le parole di uno dei punti fermi della squadra sarda[/df-subtitle]

Grazie alle sue super prestazioni ha contribuito una volta in più alla tranquilla salvezza del Cagliari. Stiamo parlando di Alessio Cragno, uno dei migliori portieri italiani e della nostra Serie A. Qualche settimana fa è arrivato un importante rinnovo con i rossoblu fino al 2024, nonostante alcune sirene di mercato lo volessero lontano dalla Sardegna. Ma l’estremo difensore classe ’94 ha smentito queste voci:Io davvero non ho sentito nulla. Solo qualche messaggio da parte dei miei amici, però la risposta sarebbe stata sempre quella“.

Le parole in conferenza stampa di Cragno

Nella conferenza stampa tenuta a Pejo, sede del ritiro degli isolani, Cragno ha parlato della nuova stagione:Più che per me, è una stagione importante per il Cagliari. Si vive il Centenario, ma dobbiamo provare ad alzare l’asticella. L’obiettivo è questo: far bene con il Cagliari, poi a giugno se dovesse arrivare anche la convocazione in Nazionale, sarebbe ancora meglio“.

Un miglioramento continuo per lui:Il mio segreto? Continuare a lavorare, lasciando perdere i complimenti che arrivavano, senza lasciarsi distrarre da ciò che arriva da fuori. Dipende molto dal lavoro in allenamento durante la settimana: poi, ovviamente c’è anche la possibilità dell’errore e si può sempre sbagliare, ma quando ci si allena bene è tutto più semplice“.

La concorrenza in casa Cagliari e il nuovo ruolo di papà

Nuovo arrivo tra i pali del Cagliari, quello di Guglielmo Vicario dal Venezia, pronto però a partire in prestito:C’è una sana concorrenza, che ci aiuta sempre a dare il meglio. Vicario l’ho visto di sfuggita, ma me ne hanno detto un gran bene. È un bravissimo ragazzo, da quel che ho visto finora in ritiro. Lui il mio erede? Questo non lo so, ma forse è meglio non parlare di questo, visto che non sempre porta fortuna“.

Infine, qualche parola spesa anche sul nuovo ruolo di papà:Sono molto felice, l’importante è che vada tutto per il verso giusto. Di sicuro mi aiuta a essere più libero in campo, perché mi insegna che il calcio non è tutto nella vita“.

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