Commisso contro Chiesa – Non si placano le polemiche in merito al trasferimento di Federico Chiesa alla Juventus,infatti della vicenda, come riporta La Nazione, è tornato a parlare il patron della Fiorentina Rocco Commisso.
Nel suo intervento non sono mancate,oltre al discorso Chiesa anche critiche alla sua squadra a seguito della sconfitta contro la Sampdoria nell’ultimo turno di campionato.
Ecco le parole di Commisso:
Commisso contro Chiesa – Il comportamento di Chiesa
“Io Chiesa l’ho chiamato durante il lockdown. A Chicago sono andato a incontrarlo per la prima volta ed è stato con me nella suite: io l’ho trattato come un figlio, e lui nei confronti miei, della mia famiglia, dei lavoratori, non ha fatto la cosa giusta. È un ragazzo, quindi lasciamo stare questo argomento”.
Le dinamiche del trasferimento alla Juve
“Prima ci hanno condizionato sulla squadra a cui avremmo dovuto venderlo: in Inghilterra non voleva andare, e in Italia voleva solo la Juve, che lo sapeva. Quando ci sono solo ‘one buyer and one seller’, solo un compratore e un venditore, la situazione non è ottimale. Ho dovuto accontentarlo anche per fare una scelta giusta di business. In America c’è un detto: anche se vai via, non rompere mai i ponti. Questo hanno insegnato a me 50 anni fa, e questo è l’unico modo per diventare un leader”.
Il post Sampdoria
“Iachini ha il massimo supporto da me, da Joe Barone, da Pradè. Lui lo sa, e lui è l’allenatore. Gli ho detto che con la Sampdoria abbiamo fatto schifo, e lui sa che qui i risultati contano. Ma ha la nostra fiducia. Siamo tutti sotto esame, tutti, pure io sono sotto esame”.
La questione stadio
“Lo stadio? Il problema è che qualcuno vorrebbe che io dicessi: ‘ok, ti do i soldi e con quei soldi fai quello che vuoi tu’. Ma questo non succederà: coi soldi miei faccio come dico io. lo stadio è di proprietà dello Stato da 90 anni, e dunque possono prendere i soldi dallo Stato e ristrutturarlo, se vogliono. Per me è pure meglio. Ma perché hanno aspettato Rocco per dire che devono ristrutturarlo? Perché non hanno fatto un concorso internazionale? Perché non hanno ingaggiato prima i vari Fuksas, i vari Renzo Piano per disegnare il progetto? Un anno fa ero il dio di Firenze, oggi mi chiamano Attila. Qui tutto è utile per criticare. Ma alla fine ho capito qual è il punto a cui vogliono arrivare: qualcuno vuole rifare il Franchi con i soldi di Rocco; qualcuno ha interesse non solo a controllare Rocco, ma anche a guadagnare coi soldi di Rocco; vogliono che altri prendano decisioni al posto mio. Vincere qualcosa qua è la mia ultima impresa, la mia ultima sfida. Non ho fallito mai”.