Cardinale, fondatore di RedBird Capital e proprietario del Milan, ha fornito un Manifesto futuristico ripercorrendo il passato
“Il calcio del futuro sarà in mano alla Premier League, in primis; poi, subentreranno gli arabi coi loro petrodollari. Sarà impossibile competere con questi fondi: per restare al top, ci vorranno idee innovative e grande lungimiranza”. Era il lontano 2007 e, questa frase pronunciata da Silvio Berlusconi, all’epoca Presidente del Milan, risuona quasi come un mantra e torna strettamente d’attualità nel descrivere il calcio di oggi, sedici anni più tardi. Sentiamo parlare quotidianamente di questa vicenda, leggiamo articoli su articoli e ne scriviamo altrettanti ma, al momento, una soluzione a questa variabile ormai impazzita non riusciamo proprio a trovarla. L’unica costante, resta la preoccupazione per un calcio italiano che non riesce a reggere il confronto, indebitato e incapace di rendere accattivante il proprio prodotto come in passato.
Per non parlare della mancanza di strutture adeguate e all’avanguardia che consentano di vivere un’esperienza totale, immersiva, sette giorni a settimana. In questo contesto, ma non solo, ritengo vadano interpretate in maniera oculata le ultime dichiarazioni di Gerry Cardinale, fondatore del Fondo RedBird, proprietario del Milan dal 31 maggio 2022. La prima intervista rilasciata ad un settimanale italiano, 7 , riassume il perfetto mix tra passione, innovazione, competenza e lungimiranza nel corso della quale, Cardinale ha auspicato di divenire un “Berlusconi 2.0“.
Cardinale, un Manifesto del “Berlusconismo”: quante analogie
“Voglio vincere, tutto, ma non solo una volta. Voglio vincere tanto, nel tempo. Berlusconi ha impattato in maniera indelebile in un mondo che stava completando cambiando: voglio emularlo al passo coi tempi moderni”. Il tutto, figlio di un passaggio del discorso che ha profondamente attirato la mia attenzione: “Sono un appassionato, non un emotivo”. Una frase che coincide perfettamente con la scelta di svoltare verso il futuro rinunciando ai monumenti del passato rappresentati, ad esempio, da una bandiera come Paolo Maldini in dirigenza e, perché no, allo stadio San Siro, vera icona per il calcio mondiale ma obsoleto per i tempi che corrono.
Una concezione avveniristica quella di Cardinale, una sorta di nuovo Manifesto contemporaneo, sia dal punto di vista tecnico che progettuale. Chi scrive, dopo la dolorosa rinuncia a Sandro Tonali, era particolarmente scettico riguardo il futuro della squadra ma, la sessione estiva, ha reso (almeno sulla carta) la rosa a disposizione di Pioli nettamente più forte, fisica e con vocazione europea. Il tutto, nel pieno rispetto dell’auto-sostenibilità in regime finanziario, che ha condotto un primo storico risultato: il bilancio in utile come non si registrava dal lontano 2006.
Cardinale, un Manifesto del “Berlusconismo”: quante analogie
Poi, ovviamente, il calcio è una materia opinabile, ne sono consapevole. Il raggiungimento di una Champions League o il conseguimento di un Campionato possono essere questioni di attimi fugaci, di secondi che conducono all’eternità. La progettualità è tutt’altro e le dichiarazioni di Cardinale lo dimostrano. Lungi da me pensare che semplici virgolettati equivalgano a trofei conseguiti ma, la nuova strada imboccata dal Diavolo, sembra però indirizzata verso nuovi straordinari orizzonti. Gli stessi a cui ambiva Silvio Berlusconi: un visionario che aveva tagliato i conti col passato per donare al Milan uno straordinario futuro. Ora, dopo anni di supplizi, per il Diavolo è arrivato il tempo di nuove conquiste, di nuove fantastiche avventure in un romanzo tutto rossonero dal finale ignoto, ma da un percorso che appare lungimirante e radioso.