Campionato Galliani – L’emergenza sanitaria legata al Coronavirus ha costretto le società sportive ad uno stop. Il campionato di Serie A dovrebbe riprendere a maggio, in quanto l’intenzione è quella di concludere la stagione, come ha dichiarato il presidente Gravina. Oggi, sulle pagine di AS, Galliani ha affrontato questa tematica e tante altre. Di seguito la sua intervista riportata da calciomercato.com:

“Sono assolutamente contrario a una sospensione definitiva della stagione. Questa decisione causerebbe un dramma economico per tutti i club del mondo. Credo che la soluzione sia molto semplici: la stagione deve terminare prima del 31 dicembre e le prossime due si dovranno disputare nel 2021 e nel 2022. Non dobbiamo avere fretta di tornare in campo, l’importante è recuperare le partite”.

Il calcio si è fermato troppo tardi?
“Questo devono dirlo gli scienziati. Io posso solo parlare di ciò che conosco, il calcio, di cui mi occupo da 40 anni. A posteriori appare chiaro che bisognava chiudere tutto prima, ma nessuno si immaginava di arrivare a questo punto”.

Si parla di un taglio dello stipendio dei calciatori.
“Un taglio è senza dubbio necessario. La mia formula è questa: abbiamo bisogno di una riforma internazionale per ridurre i salari in maniera coerente con i danni economici. Non è giusto chiedere ai calciatori più di quanto perdono i club”.

Campionato Galliani – Adesso è impegnato con il Monza. E’ vero che voleva Ibra?
“Sì, ci abbiamo pensato prima della crisi. Il Monza è un club solido, appartiene al 100% a Fininvest, il nostro obiettivo è portarlo in Serie A e lasciarlo lì in maniera stabile. Sono nato a Monza, da bambino ero tifoso di questa squadra”.

Con il Real ha un rapporto speciale.
“Mi commuovevo quando prima dei pranzi ufficiali mi incontravo con don Alfredo Di Stefano. C’è una cosa che mi ha emozionato particolarmente: durante le celebrazioni per i 50 anni dell’Uefa diedero un premio a Milan e Real per aver vinto il maggior numero di coppe. Eravamo insieme. Di Stefano, che faceva fatica a camminare, mi prese sotto braccio, in quel momento piansi. Pensavo a quando ero un bambino a Monza e lo ammiravo, non avrei mai immaginato una cosa così, con un Dio del calcio. E’ stata una delle emozioni più grandi della mia vita, più delle 5 Champions vinte”.

Le mosse di mercato di Galliani in passato.
“Ci sono due affari che porto nel cuore. Il primo è la vendita di Kakà nel 2009. Ero disperato, non volevo, pensai di scappare in Brasile per guadagnare tempo. Florentino Perez mi disse: ‘Fai quel che vuoi’. Alla fine dovetti cedere. E poi il rimpianto con Fernando Redondo, ero pazzo di lui. Venne qui, si infortunò e non ha potuto mai mostrare il suo talento”.

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