Arthur Cabral, centravanti della Fiorentina, ha confessato tutto il proprio rammarico per l’inizio dell’avventura in maglia viola

Un centravanti in cerca di conferme, dopo un inizio in maglia viola un po’ tormentato. Arthur Cabral, attaccante classe 1998 che ha dovuto ereditare la pesante partenza di Dusan Vlahovic in direzione Torino, ha probabilmente risentito della troppa pressione proveniente dall’ambiente. Intervenuto ai microfoni di Dazn, lo stesso centravanti brasiliano ha confessato le difficoltà di ambientamento riscontrate a Firenze rispetto la grande esperienza al Basilea.

“Il rammarico più grande alla Fiorentina è stato all’inizio, quando sentivo la pressione di dover segnare a raffica come accadeva in Svizzera, ma non era così. Adesso, sono concentrato solamente sul presente; il dualismo con Jovic lo vivo in maniera positiva. Siamo due grandi attaccanti e la competizione ci stimola vicendevolmente. Non escludo di aver sentito il bisogno di mollare in certi momenti della carriera, ma ho sempre cercato di dare il meglio e rialzarmi. Vivo e respiro calcio da quando sono piccolo, anche perché, mio padre, lavora nell’ambiente da una vita”.

Autore di dieci reti in stagione, equamente suddivise tra Serie A e Conference League, Cabral sta tentando di risollevare le sorti di una Fiorentina la cui stagione ha vissuto momenti troppo altalenanti. Il numero 9 è pronto a prendersi la scena già da stasera quando, al Franchi, farà capolino il Milan di Stefano Pioli. “Sarà una grande sfida, hanno giocatori molto forti. Mi auguro lo stadio sia pieno e ci spinga verso la vittoria: ogni partita in Italia è difficile, ma siamo determinati nel fare bene. Da parte mia, spero sempre di meritare una maglia importante come la numero 9; l’hanno indossata grandi attaccanti e penso sia una grande responsabilità. Voglio assolutamente fare il meglio possibile per la Fiorentina”. 

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