Amante dell’automobilismo, sport con cui ebbe una breve partentesi dopo il ritiro, “El Barullo” Bruno Marioni ha solamente accarezzato l’Europa. Giunto nel Vecchio Continente nel 1998 quando approdò allo Sporting Lisbona dal Newell’s Old Boys, successivamente – dopo varie parentesi all’Independiente – vestì le maglie prima del Villarreal, poi del Tenerife.
Ma è in Messico dove Bruno Marioni riuscì a dimostrare tutte le sue qualità. “Rigiocherei la finale della Copa Sudamericana persa contro il Boca ai rigori”, ha affermato Bruno Marioni in esclusiva ai microfoni di EuropaCalcio.it.
Nel 2005 infatti “El Barullo” vestiva la maglia del Pumas, compagine con la quale realizzò 27 reti in 57 presenze tra il 2004 e il 2006; in quella stessa edizione, Marioni si laureò capocannoniere con 7 centri. Valse a poco la sua rete nel match di ritorno contro gli Xeneizes, che trionfarono dagli undici metri.
Forse un piccolo rimpianto c’è nella sua carriera: Bertoni lo voleva alla Fiorentina, ma l’affare non riuscì a concretizzarsi per questioni economiche tra il Newell’s e la dirigenza viola.
Dopo due esperienze in Messico come allenatore, Bruno Marioni è pronto a cimentarsi in una nuova avventura: “In questa quarantena sono cresciuto e migliorato molto in termini di analisi di gioco. Spero un giorno di poter allenare in Europa”.
Questi i temi trattati da Bruno Marioni in esclusiva ai microfoni di EuropaCalcio.it.
Come hai trascorso la quarantena?
“La quarantena mi ha permesso di stare più vicino alla mia famiglia e di sfruttare al meglio il tempo da condividere con loro; inoltre, ho lavorato più a fondo con il mio staff tecnico”.
Emergenza Coronavirus: sei d’accordo con la decisione dell’AFA di sospendere il campionato?
“Penso che sospendere il campionato non sia stata la decisione migliore per il torneo argentino; anche se va sottolineato che, fisiologicamente, i giocatori avrebbero dovuto giocare molte partite consecutive da qui alla fine dell’anno. Questo poteva causare problemi fisici che probabilmente avrebbero avuto un impatto importante nei vari match”.
Come nacque la trattativa che ti portò allo Sporting Lisbona?
“Nell’anno 97, indicativamente, nel mese di marzo, mi contattarono due imprenditori portoghesi, che misi in comunicazione con il mio rappresentante in modo che potessero portare avanti la trattativa. Appena terminò il campionato argentino, mi informarono che tutto era stato concordato e diventai un calciatore dello Sporting Lisbona”.
Hai giocato con Lionel Scaloni ai tempi del Newell’s. Credi che sia il tecnico giusto per risollevare le sorti dell’Argentina?
“Penso che Lionel Scaloni abbia dimostrato in poco tempo di avere le idee chiare sul tipo di gioco da adottare; la sua leadership è stata notata subito”.
Che ricordi hai di un giovanissimo Walter Samuel?
“Walter iniziò ad allenarsi con la prima squadra a 17 anni, si intravedeva già allora che possedeva molta personalità e qualità. Ho un bel ricordo, ho condiviso 2 anni con lui”.
Cosa ne pensi dell’interesse del Barcellona per Lautaro?
“È un grande attaccante, goleador, con molta capacità fisica e decisionale in area. Senza dubbio, sarebbe un grande passo in avanti nella sua carriera; Lautaro rappresenta il giusto erede di Luis Suárez”.
Adolfo Gaich è un calciatore del CSKA Mosca. Credi che il campionato russo sia adatto alle sue caratteristiche?
“Gaich è un giocatore dalle caratteristiche molto appetibili per qualsiasi allenatore o squadra; potente, di buona statura, bravo tecnicamente e goleador. Spero che il campionato russo possa aiutarlo ad adattarsi più facilmente al calcio europeo”.
Se avessi l’opportunità di rigiocare una partita, quale sceglieresti?
“La finale della Copa Sudamericana disputata con il Pumas nel 2005, persa ai calci di rigore contro il Boca”.
C’è mai stata la possibilità di giocare in Italia?
“Sì, ricordo che Daniel Bertoni venne a prendermi per andare a giocare con la Fiorentina. Purtroppo il mio passaggio in maglia viola non è avvenuto perché il Newell’s chiese una somma che la Fiorentina non poteva pagare. Sarebbe stato un sogno per me!”
Quale rete ti è rimasta impressa nella mente?
“Tante sicuramente, ma nel campionato spagnolo realizzai un gran gol con il Tenerife contro il Deportivo La Coruña, partendo da centrocampo”.
Cosa ti è mancato per riuscire a conquistare la maglia nella Nazionale argentina?
“Beh all’epoca c’era molta concorrenza nel mio ruolo: Batistuta, Caniggia, Crespo, Ortega, Piojo López, Saviola, Tevez, Julio Cruz, Rodrigo Palacio. Inoltre, non riuscii a distinguermi nel campionato spagnolo né in nessun campionato europeo”.
Chi è il compagno di squadra più forte con il quale hai giocato?

“Paulo Da Silva e Dario Veron, sono stati miei compagni di squadra al Toluca e al Pumas, entrambi paraguaiani”.
Quale allenatore è riuscito a farti esprimere al meglio?
“Miguel Brindisi mi ha aiutato con la sua leadership e le sue qualità umane”.
C’è qualche aneddoto della tua carriera che ricordi con piacere?
“Ricordo tanti momenti, ma segnare nei Clasicos o nei derby sono momenti che pongono un giocatore in un posto molto speciale nel cuore dei tifosi”.
Presente e futuro di Bruno Marioni.
“Ho iniziato la mia carriera di allenatore 3 anni fa, in questa quarantena sono cresciuto e migliorato molto in termini di analisi di gioco. E ora sono in attesa che arrivi una nuova opportunità e magari, tra qualche anno, di poter allenare in Europa”.
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