Boycott Qatar 2022 D’Alessandro – In vista del Mondiale in Qatar che sta per cominciare, EuropaCalcio.it ha intervistato in esclusiva Giulio D’Alessandro, proprietario e fondatore della D’Alessandro Scouting Company.
Ci avviciniamo ad uno dei Mondiali più controversi di sempre, partiamo dall’aspetto più discusso in questo periodo: cosa ne pensi della protesta “Boycott Qatar 2022”?
“Purtroppo l’ennesima protesta figlia dell’ipocrisia, dell’ignoranza e della pigrizia intellettuale che anima l’uomo medio di oggi e che oltretutto sfocia nella consueta sterilità di tutte le proteste orientate del nostro tempo. Viviamo in un mondo che non solo è distratto ma che è costantemente orientato non solo nel consenso ma anche nel dissenso. Ci sono intere masse popolari indirizzate lì dove meno fanno male dalla semplicità fast & smart di uno/due slogan d’impatto ripetuti con il disarmante ritmo di vere e proprie moderne strategie di marketing”.
Boycott Qatar 2022 D’Alessandro: “Ennesima protesta sterile”
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“Domandiamoci, per cominciare, perché non ci sia mai stata una protesta del genere nei confronti degli Stati Uniti d’America, ad esempio? Campioni del mondo indiscussi nella calpestazione di diritti umani in ogni dove. Destabilizzatori non solo di nazioni ma di interi continenti, spargitori di sangue a tutte le latitudini.
Una nazione che negli ultimi cinquant’anni ha letteralmente seppellito il mondo sotto milioni di tonnellate di bombe (15.000 solo tra il 2018 e il 2019 in Afghanistan, uccidendo migliaia di civili). Perché mai la Nazionale USA non è mai stata boicottata dalle competizioni internazionali, visto che ad esempio con la Russia lo si è fatto?”.

“Come mai non ci si indigna quando si parla della Francia, una delle principali responsabili delle migrazioni disperate dall’Africa. Nazione che con le sue azioni politiche e militari sovversive ha trasformato un intero continente che sulla carta dovrebbe vivere una fase d’indipendenza post coloniale, ma che, in realtà, non è mai stato più schiavo e destabilizzato di oggi, incendiato da continui finanziamenti occulti a gruppi di guerriglia locali, addestrati da organizzazioni occidentali allo scopo di tenere in costante stato di destabilizzazione intere nazioni.
Ad esempio in Costa d’Avorio, dove per far salire al potere Alassane Ouattara, ex dirigente del Fondo Monetario Internazionale, si è mobilitato l’esercito francese. Oppure come il Burkina Faso, in cui uno dei presidenti più ispirati della storia africana, Thomas Sankara, viene fatto fuori a sangue freddo, dopo il suo discorso sul debito pubblico, su commissione francese e con l’aiuto del dittatore liberiano filoamericano Charles Taylor da Blaise Compaore, dittatore sanguinario benvoluto dall’Occidente, addirittura proposto al Nobel per la Pace”.
“Come mai non si protesta contro la Banca Mondiale e il FMI – continua Giulio D’Alessandro – che corrompendo o minacciando presidenti di Nazioni in tutto il mondo portano intere popolazioni dentro l’oblio di accordi capestro che le svestono di tutte le loro infrastrutture e risorse naturali attraverso il ricatto del debito? Penso che ci si possa fermare qui e dunque in fine domandarsi, come mai solamente “Boycott Qatar 2022″?”.
Qual’è la tua risposta?
“E’ molto semplice: il grado di distrazione, di ignoranza, di pigrizia e di ipocrisia di cui è intrisa la società moderna a tutti i livelli, sta raggiungendo livelli tali che ci si scandalizza solo quando il grande dio nel nostro secolo, il televisore, dice di farlo. Per cui non si pensa né si sa ma si parla, non ci si documenta ma ci si schiera con orgoglio, in un mondo in cui giorno dopo giorno senza saperlo si giura fedeltà ad un sistema castale ed elitario come quello capitalistico allontanandosi dall’identificarlo per quello che è in realtà, la matrice di tutte le disfunzioni della nostra società”.
Boycott Qatar 2022 D’Alessandro: “Ennesima protesta sterile”
Il Mondiale però si gioca in Qatar, quindi perché non protestare almeno in quest’occasione?
“Non dico che non sia giusto in assoluto porre sotto l’attenzione pubblica le disumane condizioni neoschiaviste dei lavoratori sfruttati in Qatar. Oppure le dinamiche occulte a base di mazzette milionarie e accordi internazionali dietro la scelta di questo paese come nazione ospitante, ma voglio far capire quanto ipocrita e ignorante sia farlo ciecamente, quando non lo si fa per quello che succede in casa nostra, nel nostro indegno occidente, sotto al nostro naso.
Viviamo in un mondo in cui è tutto alla rovescia, si identifica la Meloni (che non ho votato e non avrei votato nemmeno fosse stata l’unica candidata) come fascista e si rispolvera uno spirito antifascista che esiste solo in assenza di fascismo perché fino ad un anno fa si negavano diritti fondamentali a persone che non accettavano un mero ricatto. In quel caso tutti sono stati pronti ad assecondare metodi fascisti per imporsi in nome della pseudoscienza e dello stato d’emergenza.
Viviamo in un mondo che è stato meglio descritto da uno scrittore e giornalista (vero giornalista) inglese morto negli anni ’50 che dai media disinformatori e strumentali di oggi. Terminerei l’argomento rispondendo a slogan con slogan ma usandone uno che trovo più calzante e salutare: Boycott Capitalism”.
E’ un punto di vista sicuramente interessante e che apre ad una diversa prospettiva. Adesso torniamo al calcio, la tua attività principale. La tua società di scouting ha dei nomi da segnalare in vista del Mondiale?
“Per fortuna il talento non smette mai di nascere e in ogni generazione si ritrovano esempi di calciatori con doti eccezionali che sanno far divertire ed appassionare. Mi è veramente dispiaciuta la notizia dell’infortunio di Sadio Mané, che avrebbe potuto condurre una nazionale di talento come quella senegalese fino in fondo. Staremo a vedere se Ismaila Sarr sarà in grado di prenderne le redini e trascinarla lì dove meriterebbe di arrivare.
Per il resto noi come società abbiamo seguito per diverso tempo molti dei giocatori che ora parteciperanno alla Coppa del Mondo.
Giocatori come Kye Rowles, centrale mancino roccioso classe ’98 seguito dal nostro grande scout sull’Australia Luigi Calvo, un difensore che quest’estate si poteva prendere per pochissime centinaia di migliaia di euro.
Angelo Preciado, giocatore ancora un po’ acerbo sotto il punto di vista mentale ma dalle qualità innate, un giocatore che abbina giocate straordinarie alla Cuadrado a comportamenti troppo al di sopra delle righe che ad ora l’hanno un po’ bloccato.
Jakub Kiwior, seguito per anni dal nostro Simone Marchini, che sta dimostrando con lo Spezia quanto ci avessimo visto giusto. Jonas Wind, finalmente un grande centravanti per la nazionale danese. Ben Slimane e Mejbri (2003) per la Tunisia, Zaroury e El Khannouss (2004) per il Marocco, ma soprattutto Daizen Maeda e spero finalmente Takefusa Kubo per la Nazionale che tiferò: il Giappone”.
Chi lo vince il Mondiale?
“Spero non la Francia, anche se sarei contento per il nostro Andrea Fouquet con cui seguiamo i diversi campionati transalpini. Ma se dovessi scommettere, a malincuore, punterei su di loro, ma come ho detto spero di sbagliarmi. La squadra rivelazione invece spero possa essere il Senegal che mi piacerebbe vedere in una finale da giocare con cuore e orgoglio proprio contro la Francia. Penso sia arrivato il momento giusto per vedere una nazionale africana duellare per il titolo”.
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