ANTONIO STELITANO SUL PENNAROSSA – È ormai nota la storia calcistica di Antonio Stelitano, terzino destro classe 1987 nonché vero e proprio calciatore globetrotter.
Tanti sono stati i paesi e le realtà in cui Stelitano ha avuto occasione di giocare. E ora ripartirà (nuovamente) da San Marino: nelle scorse ore è infatti arrivata l’ufficialità del suo trasferimento al Pennarossa, club della massima divisione sammarinese.
Intervistato in esclusiva da “Europa Calcio“, il terzino ha parlato di questa nuova tappa che lo aspetta.
ANTONIO STELITANO SUL PENNAROSSA
ANTONIO STELITANO SUL PENNAROSSA – Esordisce così il calciatore: “Sono qui perché ho l’obiettivo di giocare l’Europa League o la Conference League. Il Pennarossa è una società seria e ambiziosa, questo mi motiva ancora di più. Devo ringraziare tutti, il presidente Sergio Conti, il vice presidente Pancotti, il direttore generale Marco Mularoni e in particolare il direttore sportivo Simon Zaboul (nella foto in basso, ndr) per l’opportunità che mi è stata data. Ho parlato poi già anche con l’allenatore Andrea Farabegoli e mi ha fatto un’ottima impressione“.
Per lei poi si tratta di un ritorno a San Marino.
“Sì, tra settembre e ottobre 2020 ero stato al Tre Fiori. Purtroppo eravamo in pieno Covid, e quindi ho giocato appena sei partite, dopodiché sospesero il campionato per molto tempo, e a gennaio andai in Repubblica Dominicana“.
Era riuscito a farsi una idea sul campionato del Titano?
“È un torneo in grande crescita come altri paesi piccoli tipo Gibilterra, Andorra e Malta. Ormai non esistono più campionati facili. La settimana scorsa proprio il Tre Fiori ha conquistato la prima storica vittoria europea in trasferta di una squadra sammarinese“.
Compatibilmente con quel periodo, aveva avuto modo di conoscere e di vivere San Marino?
“Come ho detto, era un momento particolare a causa della pandemia con diverse restrizioni. Inoltre abitavo non abitavo proprio lì ma vicino Rimini. Però, da quel poco che ero riuscito a vedere e visitare, San Marino mi fece un’ottima impressione. È un posto ben tenuto e molto curato“.
Lei è reduce da una annata non facile. Dopo tanti anni all’estero era tornato nella “sua” Messina, ma le cose non sono andate nel verso giusto.
“Ero entusiasta e orgoglioso di giocare per la squadra della mia città e di esserne il capitano, non vedevo l’ora di scendere in campo al San Filippo. Col senno di poi è stata una scelta azzardata, dalla società tante promesse rimaste tali. Da messinese mi ha fatto male due volte“.
Diciamo che per lei è destino imporsi fuori dall’Italia.
“Come si usa dire, “Nemo propheta in patria”. In ogni caso, ora voglio pensare solo al Pennarossa e a perseguire gli obiettivi prefissati“.
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