AMICHEVOLI E CALCIOMERCATO – L’esperienza forma l’essere umano. Quando vivi sulla tua pelle un trauma, una gioia, una vittoria, un incidente, un ottimo voto, il cervello immagazzina esperienza e modifica il comportamento quando si ripeterà la stesso episodio. Se corri in biciletta quando piove e scivoli, ad esempio, è molto probabile che in occasione della successiva scampagnata rallenterai la pedalata in caso di pioggia. E’ buon senso, esperienza, maturità.

Per qualche motivo, probabilmente da riferirsi all’antropologia e allo studio del comportamento tribale, una fetta numerosa di pubblico calcistico è esente da questo processo. L’acquisizione dell’esperienza ha consentito la sopravvivenza del genere umano e, per fortuna, il calcio non esisteva. Altrimenti avremmo rischiato l’estinzione.

Charles Darwin (teorico dell’origine e dell’evoluzione della specie) se potesse guardare quanto poco viene appreso dal genere umano, in riferimento all’esperienza calcistica, inizierebbe a nutrire seri dubbi sulle sue illuminate teorie. Sì, perché quando si tratta di calcio l’esperienza viene accantonata, non trattenuta, scivola via sull’impermeabilità delle convinzioni personali.

Accade in tutte le piazze, in tutte le latitudini, in ogni continente. Vuol dire che è proprio il genere umano-calciofilo ad essere refrattario al processo di maturazione collegato all’esperienza. Nel caso specifico, Napoli, esiste ad esempio una parte di popolazione (tifosi, giornalisti, addetti ai lavori) che, dopo le due amichevoli disputate dalla squadra di Spalletti e perse al “Maradona”, hanno iniziato a nutrire dubbi sulla squadra.

Le esperienze delle amichevoli estive (pareggi con Adana Demirspor, Mallorca, Espanyol) non sono in pratica servite a nulla: stesse critiche, stessi dubbi, stesse ombre. Il Napoli veniva collocato fuori da ogni griglia di partenza, emarginato da discorsi Scudetto e Champions League. Il campo ha detto tutt’altro, ma inutilmente: Villareal e Lille hanno cancellato la precedente esperienza. A distanza di appena 5 mesi (!) i mugugni sono identici.

Il cervello ha disattivato il processo di acquisizione dell’esperienza, ha eliminato il ricordo. Si riparte: dubbi, perplessità. Perché questo Napoli è condannato a vincere tutte le partite 4-0, altrimenti è crisi. Poco importa se siano amichevoli disputate contemporaneamente ad un Campionato del Mondo e che il campionato riprenda tra un paio di settimane.

Amichevoli e calciomercato nel segno dell’Involuzione della Specie

Altro esempio di appiattimento cerebrale: il calciomercato. La piazza era fredda, in estate, per la partenza dei senatori e dubbiosa sui nuovi arrivi. Insomma, zero processi di maturazione rispetto agli arrivi, nell’ormai lontano 2007, di Hamsik e Lavezzi. Nomi sconosciuti e contestazioni: poi, il campo. E lacrime quando vengono ceduti. Gli scarti del Real Madrid: insinuazioni e dubbi. Poi, il campo. E lacrime quando vengono ceduti. Sarri, Napoli non è Empoli. Poi, il campo. E lacrime quando il mister scelse Londra. Koulibaly e Ghoulam, chi sono questi. Poi, lacrime quando vengono ceduti.

Kvaratskhelia. Le difese in Georgia non sono come quelle italiane, in Georgia anche io (Peppiniello1926Alè) faccio 10 goal. Poi, il campo. E fazzoletti pronti, perché è possibile che in un futuro, speriamo lontano, Kvaratskhelia possa scegliere di andar via.

La storia del calciomercato partenopeo, almeno nella gestione De Laurentiis, ha portato ad un costante innalzamento del livello. Le classifiche ne sono espressione. Ad eccezione del periodo post ancelottiano (unico momento in cui la società ha assecondato la piazza invece di portare avanti la propria politica) che comunque portò in dote una Coppa Italia, le strategie e le logiche di entrate ed uscite hanno consentito al Napoli di attestarsi tra le formazioni di vertice in Italia e di essere sempre presenti in competizioni europee. Con uno sguardo vigile, tra l’altro, sul rispetto delle norme e della sostenibilità.

I risultati delle gare amichevoli (qualunque sia stato l’esito finale) ed il calciomercato dovrebbero aver insegnato, dopo così tanti anni, ad essere quantomeno un po’ più ottimisti, considerando l’empirico, lo storico. Invece, il disfattismo rischia di essere nuovamente il padrone incontrastato di buona parte di una piazza instabile ed eccessivamente emotiva. Stampa inclusa.

In definitiva, anche il calciomercato sfugge alla logica darwiniana di evoluzione della specie, almeno per una consistente parte di pubblico e addetti ai lavori. Lasciateci per questo essere perplessi: è imbarazzante rivivere ogni volta lo stesso ciclo senza che ci sia un avanzamento, uno scatto di maturità, un approccio ed una comprensione più interiore dell’esperienza. Altro che evoluzione: è l’Involuzione della Specie.

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