Davide Torchia, ex calciatore ed oggi agente di Daniele Rugani, ha parlato del suo assistito e non solo in un’intervista a “Tuttosport“. Torchia, che in passato è stato anche agente di Leonardo Bonucci, ha parlato anche della storia recente della Juve.
AGENTE RUGANI: “HA PIU’ DI 100 PARTITE CON LA JUVE, NON E’ UN CASO”
Queste le sue parole su Rugani: “Io ovviamente non voglio fare réclame a nessuno… Dico solo che nel calcio si analizzano i fatti. In determinati ruoli l’affidabilità a lungo termine ha un peso specifico importante. I ruoli, intendo, in cui servono applicazione e tenacia. Se fai 100 e passa partite in bianconero, non sei lì per caso. Nel titolo della Juventus non c’è scritto mutuo soccorso…”
Su Marotta: «Marotta era dirigente quando io giocavo. Era già noto e apprezzato per serietà e voglia di fare calcio. E’ chiaro che nel nostro mondo, a seconda di chi ti telefona, beh… Lo squillo ha un peso specifico diverso. Inoltre aveva già competenze gestionali e finanziarie che lo portavano ad una visione globale. E’ istituzionale».
Su Paratici: «Anche con Paratici ci conoscevamo da tanto tempo. E’ un mastino, uno che non molla la presa. Ha due componenti fondamentali. E’ un grandissimo lavoratore e con dei solidi rapporti a livello internazionale: dal procuratore turco, a quelli che lavorano in Inghilterra e Spagna. L’altra cosa fondamentale: ha un senso di appartenenza incredibile per il club in cui lavora. Questo lo portava anche a strappare giocatori ad altre squadre, in modo da indebolire i concorrenti».
Su Cherubini: «Lui è arrivato nel corso degli anni: giovane ds che si è inserito nel tessuto Juventus. Chi l’ha scelto aveva scorto delle qualità che si sarebbero poi consolidate. Anche lui, come Marotta e Paratici, dalla sua ha la gavetta. E’ un dirigente molto lucido nelle analisi. Anche lui sta nelle due fasi: quella completamente tecnica e quella manageriale. Questo è la base di tutto, consente di guardare con serenità al futuro».
Sulla Juve: «E’ un club che si è consolidato ad altissimi livelli con un brand cresciuto a dismisura. E’ una gestione diversa, con campioni internazionali. In questo campionato, l’impressione è che un rilancio immediato ormai non possa più esserci. Ma attenzione: guardando ad ampio raggio bisogna considerare quanto la società è cresciuta, quanti trofei sono stati vinti e quanto è stato fatto di extracalcistico: lo stadio, i centri sportivi. Ci sono delle basi da club internazionale e quelle restano a prescindere dai risultati della singola stagione».
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